La digitalizzazione è una potente macchina del tempo.

Quest’idea è talmente affascinante che ha finito per costituire la base per un intero sottogenere letterario: la macchina del tempo, un dispositivo che permette di viaggiare nel passato o nel futuro. Ma cosa faremmo poi se davvero potessimo viaggiare nel tempo, come un paese che ci offre delle destinazioni nel passato e nel futuro? Oppure lo stiamo già facendo senza accorgersene?

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24.06.20
Karsten Sauerwald
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“Il tempo è denaro“, diceva già 270 anni fa Benjamin Franklin, e non si è solo limitato a “immortalare“ questa massima in un libro contenente “consigli per gente dedita al commercio“, ma l’ha seguita pure lui stesso. Altrimenti non gli sarebbe stato possibile poter raggiungere[1] nella sua vita così tanti traguardi. È stato uno dei padri fondatori degli USA, ma anche uno scrittore di spicco, tipografo, politico e filosofo, scienziato, inventore e molto altro ancora. Tra l’altro ha anche fondato alcune università e biblioteche ed ha svolto un ruolo importante al servizio diplomatico.

 

Il tempo è ancora oggi denaro

I tempi sono cambiati. Ma una cosa è ancora sempre valida: il tempo è denaro – e l’umanità è ancora sempre affascinata dall’idea di una macchina del tempo. L’esempio più popolare a riguardo lo possiamo riscontrare nella trilogia cinematografica Ritorno al Futuro, dove un’auto sportiva[2] DeLorean DMC funge da macchina del tempo. I protagonisti non si muovono solo nel futuro, bensì anche nel XIX secolo. E riescono addirittura nel passato a modificare la loro vita in positivo nel presente. Non hanno invece un esito altrettanto a lieto fine le escursioni del viaggiatore nel tempo nel romanzo “La macchina del tempo“[3] di H.G. Wells, dove questi viaggia nel lontano futuro, osserva la degenerazione dell’umanità e vede persino morire il sole che lascia la nostra terra in balia del freddo e dei ghiacci, come lui stesso narra ai suoi amici dopo essere ritornato nel proprio tempo. Tuttavia dal suo ultimo viaggio il viaggiatore nel tempo non fa più ritorno. H.G. Wells ha coniato l’espressione macchina del tempo e con il suo romanzo di grande successo, venduto nel 1895 per un onorario pari a 100 sterline, ha reso popolare l’idea dei viaggi nel tempo. Nel frattempo il ramo della fantascienza ha fatto uscire innumerevoli libri e film su questo tema.

 

Nessuno ha previsto l’avvento di Internet

Nessuno dei viaggiatori nel tempo nel genere dedicato ai viaggi nel tempo ha previsto l’avvento di Internet. Al contrario: nella seconda parte della trilogia Ritorno al Futuro i protagonisti viaggiano dal 1985 al 2015. Qua sono di fatto presenti alcune interessanti intuizioni sul futuro – che risultano talvolta totalmente errate. Nel film nel 2015 non esistono smartphone e nemmeno Internet – ci sono invece molti robot e persino occhiali per la realtà virtuale. Ma il giornale ed anche i messaggi di carattere personale vengono trasmessi via fax. Anche se rimane difficile da credere, il fax negli anni ’80 era uno State-of-the-Art[4], ed un dispositivo per inviare fax costava migliaia di franchi.

 

IT e Internet sono ciò che più si avvicina ad una macchina del tempo

Di fatto l’informatica ed Internet sono ciò che oggi più si avvicina ad una macchina del tempo. La digitalizzazione del mondo e i suoi processi hanno fatto sì che il tempo e lo spazio entrassero in un nuovo rapporto l’uno con l’altro. Le distanze non giocano più quel ruolo importante di una volta: non solo nella comunicazione, ma spesso anche nella produzione. Le distanze, i confini e le barriere temporali hanno finito per dissolversi e si sono realizzate e sono tutt’ora in corso di realizzazione delle innovazioni. La digitalizzazione dei processi commerciali è diventata una macchina del tempo che produce tempo. Ciò che prima durava settimane o mesi, oggi viene sbrigato impiegandoci ore o persino solo minuti.

 

Il tempo costituisce la materia prima per trasformare semplici idee in grandiosi progetti. Troppo spesso il tempo non basta per raggiungere gli obiettivi. Ecco che qui la digitalizzazione entra in gioco fungendo da macchina del tempo: essa crea del tempo. Procurando più tempo ai nostri clienti, li aiutiamo a consolidare di continuo le loro competenze specifiche e a conseguire dei risultati straordinari.

(Foto: © Wikipedia)

[1] https://de.wikipedia.org/wiki/Benjamin_Franklin

[2] https://www.youtube.com/watch?v=Psxktpxkc6o

[3] https://www.library.illinois.edu/rbx/hgwells2016/wp-content/uploads/2016/09/DieZeit-Maschine_1200.jpg

[4] https://www.efax.com/blog/brief-history-of-the-fax-machine