La ZHAW si digitalizza: introduzione al laboratorio in realtà aumentata con HoloLens 2.0.

Molti considerano gli occhiali Augmented-Reality un gadget per giocatori o un oggetto proveniente dal futuro. Tramite un progetto con UMB l’Università di Scienze Applicate di Zurigo (ZHAW) ha dimostrato che Microsoft HoloLens 2.0 si presta ad applicazioni commerciali innovative. Oggi l’introduzione al bio-laboratorio della ZHAW di Wädenswil è possibile con flessibilità di orario e in maniera sostenibile grazie al supporto AR.

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L’Università di Scienze Applicate di Zurigo ZHAW ha sfruttato il periodo della pandemia per compiere un passo innovativo nella digitalizzazione. Prima della pandemia ogni studente e ogni ospite a Wädenswil doveva frequentare di persona un corso di formazione sull’organizzazione e la sicurezza all’interno del laboratorio. Le visite erano prenotabili singolarmente e solo di rado era possibile organizzarne di gruppo.

 

La pandemia come motore dell’innovazione per la ZHAW

A causa della pandemia non è stato più possibile effettuare corsi di formazione di gruppo. Pertanto a fine 2020 la ZHAW ha avviato insieme a UMB un progetto per poter effettuare presentazioni di laboratorio individuali e non vincolate da orari. La ZHAW ha scelto Microsoft HoloLens 2.0 e in pochi mesi ha creato insieme a UMB un tour attraverso il laboratorio supportato da AR che consente di visitarlo a orari flessibili e in maniera sostenibile.

 

Con Augmented Reality si memorizzano molti più concetti

Oggi all’entrata gli studenti e gli ospiti ricevono un paio di occhiali AR e si avviano in modo autonomo verso un percorso attraverso il laboratorio supportato virtualmente della durata di circa 45 minuti. Durante il tour viene spiegato come funzionano le apparecchiature, dove possono venire riposti gli oggetti personali – oppure che non si può aprire alcuna finestra. Molto importante è il corso di formazione sui casi di emergenza. Ad esempio ognuno in laboratorio deve sapere con precisione cosa è necessario fare quando un liquido corrosivo schizza sul volto.

La visita al laboratorio viene effettuata in tedesco e in inglese – ulteriori lingue possono essere incluse facilmente. Si procede con l’approfondimento e la verifica di memorizzazione delle conoscenze tramite brevi test che prevedono domande di comprensione. Marilena Palmisano, assistente alla ricerca e responsabile del progetto della ZHAW, si esprime a riguardo come segue: «Con il tour supportato da AR supponiamo che rimangano in mente più concetti di ciò che si è appreso rispetto a quello che offre una lezione live’.

 

Combinare i contenuti AR sul software HoloLens

Nel Microsoft HoloLens 2.0 è incluso naturalmente anche un software con cui si possono preparare i contenuti del corso di formazione. Per creare il corso di formazione sono necessari un know-how interno – sui contenuti da trasmettere – e naturalmente conoscenze di software. Alex Petermaier, Senior Solution Engineer di UMB, si esprime a riguardo come segue: «Naturalmente abituarsi a questo tipo di logica richiede uno sforzo iniziale. Ma il lavoro con il software è molto intuitivo ed efficiente. È un compito che può essere preso in carico e portato avanti anche da dipendenti interni formati appositamente.»

 

Possibilità di impiego quasi illimitate per Microsoft HoloLens 2.0

Ora che HoloLens 2.0 viene impiegato con successo alla ZHAW, si riconoscono ancora ulteriori possibilità di impiego che potrebbero essere messe a punto in futuro. Ad esempio, se nel laboratorio a Wädenswil si guastasse un’apparecchiatura, tramite HoloLens 2.0 e Microsoft Teams sarebbe già possibile individuare il problema a distanza con i tecnici. Questo fa sì che si possa evitare un sopralluogo, oppure che i tecnici sappiano già esattamente cosa fare al loro arrivo. La fantasia non ha limiti…

Sono rimasta stupita dalla rapidità e l’assenza di complicazioni con cui UMB e Hololens 2.0 hanno reso possibile l’introduzione al laboratorio supportata da AR.

Marilena Palmisano, assistente alla ricerca e responsabile del progetto, ZHAW